Scopri se la privacy del tuo smartphone è al sicuro – Meitu
In questi giorni si parla spesso di privacy dei dati contenuti sui nostri smartphone, riferendosi in particolare ad un’App virale chiamata Meitu. Quest’App, di per sè molto carina, crea a partire da un nostro selfie o da una fotografia, un’immagine “tipo manga”, con occhi grossi, viso rilassato, lucidalabbra di colore tenue e altri trucchi ed effetti… Di sicuro l’avremo vista sul profilo di qualche nostro amico su whatsapp, Facebook o Instagram. La polemica è nata in seguito alla diffusione negli Stati Uniti di quest’App, nata in Cina e già virale da tempo. Non so se dietro questa polemica ci siano interessi economici o ci sia qualcuno che abbia interesse che l’App perda download. La cosa per me importante, su cui voglio focalizzare l’attenzione, è che l’app richiede effettivamente l’accesso a dati sugli smartphone non giustificati e non necessari alle sue funzionalità.
E’ importante capire, per quanto possibile, quando installiamo un’app
a quali dati essa vuole accedere in modo da poter decidere consapevolmente se installarla oppure no.
L’app Meitu per modificare la fotografia necessiterebbe solo dell’accesso alla Camera e all’archivio delle foto. Invece richiede anche la geolocalizzazione, informazioni di connessione, l’indirizzo IP, il numero della SIM card, l’IMEI (numero identificativo univoco), per cellulari Android, se sul cellulare è stato effettuato il jailbreak, una procedura che permette l’installazione di software non autorizzato Apple, le chiamate effettuate, i contatti …
Queste informazioni possono venire utilizzate per seguire i nostri spostamenti, i nostri comportamenti o vendute ad altri, anche se, naturalmente, l’azienda proprietaria dichiara che esse vengono richieste solo allo scopo di migliorare l’app.
Ora vediamo nel dettaglio quali sono le autorizzazioni che vengono richieste.
La prima voce Cronologia app e dispositivo consente di vedere le app installate ed in esecuzione sul telefono.
La voce Posizione – Location indica l’accesso ai vostri dati di localizzazione, dati che in genere servono ad applicativi come Maps o Trip Advisor , che sfruttano l’accesso al GPS per fornire servizi quali i percorsi, il traffico, la ricerca dei ristoranti in un luogo … Anche i social network in genere chiedono l’accesso ai dati di localizzazione ad esempio per vedere chi c’è nelle vicinanze, per proporre eventi o pubblicità mirate. Nel caso di Meitu, in cui non sono strettamente necessari per lo scopo della app, potrebbero ad esempio essere utilizzati per proporre servizi o prodotti nella vostra zona.
I dati Telefono – Phone richiedono la lettura dello stato e dell’identità dal telefono. Da un lato è necessario che le app possano accedere allo stato per potersi ad esempio interrompere nel caso di chiamate in arrivo. Dall’altro questo tipo di accesso consente anche la lettura dei numeri univoci che identificano i telefoni: IMEI e IMSI. Questi numeri possono consentire la tracciatura dello smartphone in ogni momento, anche se possono essere utili per proteggere le app da violazioni.
L’accesso ai dati di archiviazione e alle Foto ed elementi multimediali/file da il diritto di accesso completo ai file e alle immagini. Nel caso di quest’app l’autorizzazione è necessaria per poter salvare l’immagine, anche se consente l’accesso a tutte le proprie fotografie.
L’accesso alla Fotocamera sia per immagini che per video in lettura e scrittura serve per scattare il selfie o la fotografia da modificare.
L’app può accedere ad informazioni sulla nostra connessione WI-FI, le informazioni sul vostro operatore e l’elenco dei vostri contatti e delle telefonate effettuate.
Ora prestiamo molta attenzione alla voce Altre che, anche se potrebbe sembrare meno importante, può contenere richieste di accedere a contenuti molto personali. Nel caso di Meitu di importante viene richiesto:
- Il controllo completo della rete
- Sapere quali sono le app in esecuzione
- Cambiare le impostazioni audio
- Ricevere dati da Internet
- Visualizzare tutte le connessioni di rete
Fortunatamente i sistemi sia Ios che Android richiedono sempre all’utente le autorizzazioni quando installano o eseguono le app. In Android, nella versione Marshmallow, è stato introdotto un nuovo sistema delle autorizzazioni che consente di selezionare i permessi singolarmente al momento dell’utilizzo di un’app. I permessi delle app non devono più essere letti e gestiti tutti al momento del download come avveniva precedentemente ma singolarmente per ogni azione che li richiederanno.
Possiamo comunque sempre accedere ai permessi delle applicazioni che abbiamo sul nostro smartphone mediante semplici passaggi.
L’accesso consente anche di modificare alcune impostazioni. In questo caso l’app potrebbe non funzionare del tutto o non funzionare nella maniera corretta. Inoltre teniamo presente che l’aggiornamento dell’app potrebbe ripristinare i permessi di default o inserire altri permessi, come nel caso di Meitu, dove viene esplicitamente spiegato.
Per vedere quali sono i permessi attribuiti ad un’app, in Android, andare in Impostazioni – Applicazioni – Gestione applicazioni. Scegliere l’app e poi Autorizzazioni.
Appare questa videata con le autorizzazioni principali:
Cliccando su Altro si accede all’elenco con le altre autorizzazioni sempre relative all’App in questione.
Per curiosità andiamo a vedere i permessi delle app e ci accorgeremo che anche altre applicazioni richiedono molti più permessi rispetto a quelli di cui avrebbero necessità.
Cosa possiamo fare? L’unica cosa è valutare di volta in volta in base all’interesse per le app che vogliamo installare. Se installiamo app da fonti ufficiali, con un buon rating, dovremmo essere almeno tranquilli che i nostri dati non vengano utilizzati per scopi illeciti o almeno ce lo auguriamo!
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